Trasformare un hard disk interno in uno esterno: ecco come fare

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Con il termine hard disk ci si riferisce al disco rigido del computer, chiamato spesso anche con l’acronimo inglese HDD, si tratta di un componente fondamentale per ogni computer dal momento che ospita tutti i vostri dati e permette al dispositivo di accedere ai file di Windows o del sistema operativo installato, dandovi così la possibilità di utilizzarlo quotidianamente. Si parla spesso di preservare componenti come la CPU o la scheda video, tuttavia si parla poco di come tenere sempre sotto controllo il proprio hard disk, evitando che dei settori danneggiati possano rendere inutilizzabile il computer.

Il discorso è leggermente diverso invece quando si parla di hard disk esterno. Per loro natura, questi dischi rigidi, non sono adatti a ospitare un sistema operativo dal momento che sono collegati ai computer tramite cavi USB che, per quanto possano essere veloci, non lo saranno mai come un collegamento diretto con la scheda madre.

Rispetto agli hard disk interni, questi si differenziano per dimensioni, sono spesso più piccoli e con fattore di forma da 2,5 pollici piuttosto che 3,5. La differenza sta nell’alimentazione, i primi non hanno bisogno che di un cavo USB per funzionare mentre i secondi, leggermente più vecchi come concezione, hanno anche un cavo di alimentazione da agganciare alla corrente elettrica.

 

A cosa serve un hard disk esterno?

Se vi state chiedendo per quale motivo dovreste acquistare un HDD esterno, in realtà le risposte potrebbero essere molteplici. Gli utenti che lavorano con file di dimensioni notevoli, come per esempio chi ha a che fare con la modellazione tridimensionale oppure foto e video editing, spesso ha una gran quantità di documenti che occupano diverse centinaia di megabyte.

Una volta terminato un lavoro, quando arriva il momento di archiviare il progetto, averlo sempre su computer potrebbe ben presto diventare impossibile, accumulando dati su dati che rischiano di rallentare il computer o addirittura essere persi per sempre qualora vi sia qualche malfunzionamento del disco primario. Per evitare incidenti di questo tipo è sempre bene avere un HDD aggiuntivo su cui poter contare, magari da usare come archivio o per le copie di backup.

 

 

Quale HDD esterno acquistare?

La scelta del prodotto da acquistare dipende dalle vostre esigenze, se viaggiate molto e portate sempre con voi tutti i documenti di cui avete bisogno, potreste preferire un HDD esterno dalle dimensioni contenute, che abbia un fattore di forma da 2,5 pollici e che sia particolarmente resistente, inserito quindi in un case di plastica rigida o anche di metallo. Se invece l’HDD non lascerà mai il vostro ufficio potreste anche optare per uno con fattore di forma da 3,5 pollici ma con molto spazio a disposizione, magari più di 1 TB per avere sempre spazio sufficiente per tutti i dati di cui intendete effettuare il backup.

Se invece non fate altro che salvare documenti di testo, potreste anche risparmiare una notevole quantità di denaro optando per un HDD con spazio di archiviazione contenuto, per esempio da 250 GB o inferiori.

Chi invece non vuole spendere nulla, poiché ha già un HDD interno che non utilizza e che vorrebbe invece tramutare in hard disk esterno, sappiate che anche ciò è possibile.

 

Come trasformare un HDD interno in esterno?

Può capitare di avere più di un HDD all’interno del proprio computer ma utilizzarne effettivamente solo uno. Quello aggiuntivo, quindi, potrebbe divenire utile come supporto da portare sempre con sé quando si è in viaggio e si ha bisogno di avere a disposizione tutti i propri file.

Per effettuare questa procedura c’è bisogno innanzitutto di capire le dimensioni e l’interfaccia del disco. Se è installato in un computer desktop avrà quasi sicuramente un fattore di forma da 3,5 pollici, potenzialmente con interfaccia SATA 1, 2 o 3, tra le più comuni oggigiorno.

Se non riuscite a capire che tipo di interfaccia abbia, basta contare i connettori del disco, se sono circa 40 avete un hard disk con interfaccia IDE, se sono minori si tratta di interfaccia SATA.

Queste informazioni sono di vitale importanza poiché in base all’interfaccia e al fattore di forma dovrete procurarvi un adattatore che, collegandosi ai connettori, termini con un cavo USB. Si tratta del modo più veloce di trasformare un HDD interno in uno esterno (Ecco i migliori modelli).

Con un HDD dal fattore di forma da 2,5 pollici, basterà un adattatore SATA-USB per poter iniziare a usare il disco collegandolo ad altri dispositivi. Per un HDD da 3,5 pollici, invece, dovrete acquistare un adattatore che abbia anche un’entrata per l’alimentazione, altrimenti il vostro disco non riceverà abbastanza energia per poter funzionare.

 

 

HDD esterno con una docking station

Qualora la soluzione vi sembri poco elegante o eccessivamente improvvisata, è possibile optare per una docking station, leggermente più costosa ma che offre svariate comodità aggiuntive, prima tra tutti la possibilità, in alcuni casi, di collegare più di un HDD contemporaneamente.

Si tratta di una soluzione ideale per tutti coloro che hanno svariati hard disk in casa o in ufficio su cui hanno archiviato dati diversi a cui è necessario accedere saltuariamente. Collegarli ogni volta a un computer desktop, aprendolo e inserendoli negli appositi slot potrebbe essere infatti una seccatura che vi porterebbe via troppo tempo.

Da considerare che, sebbene inseriate un HDD con fattore di forma da 2,5 pollici, la docking station richiederà sempre un collegamento anche alla rete elettrica. Rivelandosi, infine, anche un ottimo sistema per clonare velocemente un hard disk, copiando tutto il contenuto del disco sorgente in un secondo HDD, effettuando così molto velocemente delle copie di backup anche qualora il computer fosse spento.  

 

 

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